Nella dolorosa disperazione di questa sera
in cui ogni bilancio è in passivo
e anche arrivare al frigorifero
per cercare qualcosa da mangiare
è un passo di troppo
lucidamente consapevole che le colpe sono mie
vorrei domandare a tutti coloro che ho ferito
di perdonare il dolore che ho inferto
per la mia rabbia contro la vita
a cui non ho il coraggio di porre fine
almeno non ancora
perché so che la morte non è un sequel
e non potrei rimediare
ma se non so compiere la violenza definitiva
indirizzata contro me stesso
non è per pietà né per speranza
ma forse soltanto per la certezza
che causerei altro dolore a chi nonostante tutto
mi vuole bene immotivatamente
così non sapendo davvero
dove rivolgere il mio sguardo
a occhi bassi seduto in giardino
lentamente aspiro il fumo di una sigaretta
io che non fumavo da vent'anni
e questo fumo è il labile legame
tra il ragazzo che ero e l'uomo che sono
e ancor più fumosa è l'immagine
del vecchio che forse sto diventando
nessuno lascia nulla tranne un posacenere colmo
ma io mi ero illuso di lasciare un'impronta
e soltanto adesso nell'implacabile lucidità
di questa sera appena prima dell'autunno
io comprendo in maniera definitiva
la mostruosa vanità di ogni tentativo
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