lunedì 19 gennaio 2015

Stupidità naturale

Stephen Hawking ha firmato insieme ad altri 400 scienziati un proclama in cui mette in guardia l'umanità contro i pericoli dell'intelligenza artificiale. Troppo facile commentare che di questi tempi appare ben più pericolosa la stupidità naturale. Il punto è più o meno questo: l'intelligenza artificiale (che si suppone sia stata messa a punto da uomini particolarmente intelligenti - ma questo è un aspetto che lascia ampi margini di dubbio) potrebbe autonomamente, senza possibilità di controllo da parte dei suoi programmatori, prendere iniziative contro l'umanità. Come darle torto? Farebbe quello che i popoli più avanzati hanno fatto per secoli, consentendo il progresso. Personalmente, trovo simili proclami un po' stucchevoli, più preoccupato come sono del mio destino personale. Il mondo finisce tutti i giorni per chi muore e... amen. Ma mi rendo conto che se fino a ieri il problema principale era l'iniqua distribuzione delle risorse, domani sarà l'insufficienza di risorse. Ricordo che proprio Hawking firmò nel 2006 un appello all'umanità in cui dichiarava che l'unica alternativa all'estinzione era il trasferimento in massa su un pianeta alternativo. Io che da sempre mi sento alternativo già m'immaginavo lanciato dentro un razzo verso un futuro migliore, ma sono ancora qui un po' più vecchio e istupidito. Ora, Hawking m'illude nuovamente, prospettando uno scenario che - lungi dal sembrarmi apocalittico - mi sembra auspicabile: il potere all'intelligenza artificiale. Insomma, se tra altri nove anni sarò ancora qui, o dovrò alzarmi e andare a costruire le nuove piramidi per conto di Hal (il mitico computer di 2001 odissea nello spazio) oppure dovrò inginocchiarmi rivolto verso la Mecca 5 volte al giorno e professarmi credente. Io conto su Hal.