lunedì 18 novembre 2019

Un incontro inaspettato

Questa mattina (18 novembre 2019) passeggiavo con Wigo al guinzaglio, nel giardino di Citylife. Si è avvicinata una signora - ero fermo, Wigo faceva pipì - e mi ha fissato. Ho pensato: "Che palle, la solita pazza che chiede soldi", però non aveva l'aria di una mendicante. Stavo per andarmene, quando lei mi ha detto: "Ho letto un suo libro".

Tra tutto quello che poteva dirmi, era davvero la frase più inaspettata! Le ho sorriso: "Davvero, quale?" "Undici al 17". Di quel libro (purtroppo per l'editore Zerounoundici) avrò venduto al massimo cento copie, la maggior parte alla presentazione. Ero incredulo: "Lo ha comprato?" "Sì, certo".
Guarda il cane: "Lui è Kant?" "Sì e no. E' il cane del libro, ma in realtà si chiama Wigo". Annuisce: "Mi è piaciuto molto, mi ha fatto ridere e piangere. Poi tutte quelle meravigliose citazioni...".
"Sì, me ne scuso, erano troppe e David Frati lo ha notato e mi ha un po' stroncato". "No no, mi hanno fatto scoprire i racconti di David Foster Wallace".
Mi stringe la mano: "Vado a lavorare, buona giornata".
Resto lì, inebetito. Consapevole di essere l'unico non scrittore che ha avuto una stalker e che è stato fermato per strada da una sua lettrice. Scrivo a mia figlia, che è a Losanna all'Università. Mi risponde: "Come ha fatto a riconoscerti?"
"C'è la mia fotografia sulla quarta di copertina". "Sì ma eri molto più giovane". Scetticismo, incredulità... Eppure è successo proprio così ed è stato strano e emozionante, come spesso sono le prime volte.

lunedì 4 novembre 2019

Lettera a Stefania Lovati - Zerounoundici Edizioni

Gentile Signora Lovati,
venerdì scorso, a tempo di record, ho ricevuto la Vostra risposta e la bozza di contratto. Sono molto contento che il mio romanzo sia stato apprezzato, Lei sa che io reputo Lei personalmente e la Sua casa editrice tra i pochi soggetti seri e affidabili in un mondo di boriosi sprovveduti.
In questo lungo fine settimana, ho approfittato del cattivo tempo (ero a Portovaltravaglia, non lontano da Cocquio Trevisago) per rileggere L'uomo di seta. La mia sensazione è che sia un bel romanzo, ma ho come l'impressione che abbia delle potenzialità inespresse. Ho già apportato molte correzioni, aggiunto cinque o sei pagine, ma ancora non mi convince il finale. In sintesi, ho bisogno di questo mese per lavorarci con calma.
Passando alla Sua proposta, io purtroppo devo dirLe con estrema sincerità che nessuno più mi legge. Il motivo è che sono un eterno esordiente che non ha ancora esordito. L'uomo di seta sarebbe il terzo romanzo che Lei mi pubblica, ma se alla prima presentazione di Tra un anno sarò felice è venuta gente, ho venduto libri, insomma qualcuno mostrava interesse, già Undici al 17 non l'ha letto nessuno e questo non saprei nemmeno più dove e a chi presentarlo.
Ciò che cerco di dirLe è che se davvero vogliamo investire, bisogna farlo insieme e in grande. Io credo nel romanzo, forse dovrei incaricare un'agenzia di lanciarlo (pagando i costi, ovviamente), scomodare qualche critico, fare una campagna di affissione in metropolitana (costa poco, lo so per motivi professionali). Sui premi letterari non m'illudo: ho vinto un Cesare Pavese inediti nel 2012, un Mondoscrittura e sono stato finalista al Morsellli, e allora? Non è successo nulla.
Signora Lovati, Lei penserà che io sia impazzito, ma o adesso o mai più. Non posso continuare a esordire per 10 anni... senza mai esordire.
Ho qualche soldo, un romanzo migliorabile, altri 3 romanzi nel cassetto: crede che insieme si possa fare qualcosa?
Se crede che sia inutile, se si aspetta che sia io a creare un effetto passaparola, temo un flop, come quello di Undici al 17: non Le faccio investire soldi su un flop, rifiuto la Sua proposta.
Io Le sono riconoscente, Lei ha creduto in me pubblicando Tra un ano sarò felice 8 anni fa. Mi fido di Lei... Se Lei pensa che investendo (io soldi, Lei tempo e conoscenze) possiamo farcela, allora cambia tutto. Cosa ne pensa?
GRAZIE, Alfredo