mercoledì 18 marzo 2020

Coronavirus

Leggo che il virus è una delle conseguenze negative della modernità, trae la sua origine nella distruzione dell'habitat naturale e nei contatti tra fauna selvatica e esseri umani. Sembra tutto vero... Eppure scritto così è ambiguo. Se per modernità l'autore intendeva "i nostri tempi", posso essere d'accordo. Tuttavia, dal contesto è evidente che il significato di modernità sia "lo sviluppo economico". Ci sono miriadi di persone - e migliaia di pessimi e arcinoti e pluripremiati scrittori - che ci propinano la loro miope agiografia del passato. Sono i cantori della montagna, gli affezionati alla stalla, gli escrementizi nostalgici del letame. Il problema (e non parlo soltanto del virus, ma del disastro ecologico sotto gli occhi di tutti noi), è la sovrappopolazione. 7 miliardi e 300 milioni di esseri umani sono il virus che distrugge la terra. La modernità ha consentito questa esponenziale proliferazione, ma si può ipotizzare un meraviglioso mondo moderno senza la distruzione del nostro unico pianeta: basterebbe tornare ad una popolazione quale quella del 1931. Qualche numero: quando nacque Cristo, la popolazione del nostro pianeta era di duecentocinquanta milioni. Sedici secoli dopo, quando i Padri Pellegrini sbarcarono in America, le creature umane superavano di poco i cinquecento milioni. Il giorno della firma della Dichiarazione di Indipendenza americana, la popolazione mondiale superava i settecento milioni. Nel 1931, sfiorava i due miliardi. Oggi, 7 miliardi e 300 milioni. Questa progressione è insostenibile. INSOSTENIBILE!
E la modernità non è la causa del virus, la soluzione non è quella degli scrittori di montagna, non è il ritorno alle stalle e alla vita semplice dei nostri avi. La soluzione è il controllo rigoroso delle nascite. Quindi, per favore, oggi che siamo tutti chiusi in casa, cerchiamo di usare il preservativo.

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