lunedì 13 gennaio 2020

C.V.

ALFREDO TOCCHI (alfredo.tocchi@gmail.com)
Nato a Milano il 25 giugno 1962, mi sono laureato in giurisprudenza all’Università Statale di Milano nel 1986 e ho conseguito un Master of laws alla University of Alberta di Edmonton nel 1988. Sono avvocato dal 1991. Sono stato socio dello Studio Carnelutti – Milano.
Nel 2008 ho rischiato di morire a causa di un’ischemia cerebrale. Mi sono risvegliato dal coma e ho deciso di diventare scrittore. Due anni e un’operazione al cuore più tardi, ho incominciato a scrivere.
Nel 2014, il mio romanzo d'esordio Confessioni di un pazzo di raro talento (Ed. dEste) è stato numero 1 nella classifica assoluta di Amazon (eBook gratuiti) ed è poi salito fino al numero 7 nella classifica assoluta (non di genere) eBook a pagamento, e nel frattempo è stato numero 1 su Mazy per più di quattro mesi (documento 1).
Il video di presentazione su Youtube è stato visto da più di 2000 persone, poi è stato rimosso su indicazione di Giuseppe Scaraffia e infine ripristinato (azzerando le visualizzazioni):
Confessioni di un pazzo di raro talento è stato recensito da David Frati per Mangialibri:
Sempre David Frati ha poi voluto intervistarmi:
La Professoressa Giovanna Romanelli – Presidentessa della giuria del Premio Cesare Pavese, ha recensito Confessioni di un pazzo di raro talento su Le colline di Pavese (documento 2).
Confessioni di un pazzo di raro talento è stato recensito anche da Cristina Biolcati per Nuove Pagine:
Sempre Nuove Pagine (Maria Ausilia Gulino) mi ha poi intervistato:
Infine, Confessioni di un pazzo di raro talento è stato recensito da Sabrina Minetti per Mondo Rosa Shokking:
Col mio secondo romanzo (Dimmelo domani, inedito) ho vinto il Premio Cesare Pavese Sezione Narrativa Inedita nel 2012 e sono stato finalista al Premio Guido Morselli e al Premio Mondoscrittura.
Ho ricevuto menzioni di merito a Giallostresa per il racconto Una seconda chance e al Premio Cesare Pavese per la raccolta di racconti La principessa del carnevale di Rio (Aracne Narrativa), recensita recensito da David Frati e da Cristina Biolcati per Mangialibri e Nuove Pagine:
Il mio terzo romanzo Husserl e le notti di Milano (pubblicato da Zerounoundici col titolo Undici al 17) è stato recensito da David Frati e da Cristina Biolcati per Mangialibri e Nuove Pagine:
Un mio contributo è stato pubblicato sul volume dedicato al Premio Cesare Pavese dalla Professoressa Giovanna Romanelli (Cesare Pavese, La storia di un premio, Ed. Gangemi).
Un mio racconto è stato pubblicato nella raccolta Le prime volte, Ed. Mondoscrittura:
Un altro è stato postato su Nuove Pagine:
Vari racconti sono stati postati su Varese può e Dissensi e discordanze, ad esempio:
Una mia breve biografia, corredata di una fotografia insieme al mio cane Wigo, compare sul volume Italian portraits (Ed. Skira).

Ho schede di valutazione estremamente positive redatte da Mondoscrittura di Tra un anno sarò felice (documento 3 - Tra un anno sarò felice e Confessioni di un pazzo di raro talento sono lo stesso romanzo), e dall'Agenzia Malatesta (documento 4) dell'ultimo romanzo L'uomo di seta.

giovedì 9 gennaio 2020

Prefazione al romanzo Dimmelo domani, Professor Mario Caccamo


Sono amico dell’autore. E non uso a caso o a sproposito la parola amico. Sono amico anche di un altro personaggio di questo libro, il Dottor Giordano (non uso il suo vero nome - naturalmente – e neppure il mio). Sono più giovani di me. Non soltanto anagraficamente. Loro sono come due ragazzini. Oggi si parla tanto della “sindrome di Peter Pan”: nulla di tutto ciò. Entrambi sono professionisti affermati, nel loro campo. Ciò nonostante, ogni serata che scendono al “condominiale” è speciale. La monotonia di un ristorante pieno a mezzogiorno ma frequentato dai soliti habitué la sera è spezzata da questa coppia – una vera strana coppia – di ragazzini cinquantenni. Gli scherzi, le battute, la loro gioia di vivere sono una benedizione, soprattutto per chi – come me – vive da solo e non ha più molte occasioni sociali. Ho letto volentieri le bozze di questo romanzo (come avevo letto quelle delle precedenti pubblicazioni, il romanzo Confessioni di un pazzo di raro talento e il racconto Celeste) e ho cercato di dare il mio modesto contributo. L’ho fatto con piacere, non soltanto perché stimo l’autore – uomo che ha sofferto, migliorandosi con coraggio -  ma perché farlo è stata un’occasione per trascorrere molte sere con lui e con il Dottor Giordano. Le risate che ci siamo fatti insieme sono veramente benedette. L’autore ha sopportato con pazienza – come fa sempre – l’esuberanza scherzosa del Dottor Giordano. Ovviamente, la correzione delle bozze si è svolta al “condominiale” e ha via via coinvolto tutti, proprio tutti. Non soltanto il cuoco Pasquale, la Signora Anna e tutto lo staff del bar di Via Corridoni, Bruno e Oscar per primi. Ma anche avventori capitati lì per caso, come – in una serata veramente indimenticabile – una vedova di Benevento che Giulio si è poi portato a casa. Sì, il mondo di Giulio è – come scrive lui stesso - orgasmocentrico. Ma non bisogna considerare questo romanzo come uno scritto divertente: è molto di più. Prima di tutto, è uno scritto sull’arte: memorabile il ritratto di Luigi Sonzini, uno straordinario pittore, un dandy ancora vivente. Poi, vi sono seminate qua e là considerazioni che – anche per me che le ho lette e rilette – sono sempre profonde e illuminanti. Perché l’autore è un Suchende, un uomo che cerca, ragionando, di svelare l’essenza delle cose. Giulio, con il suo inseparabile cane Wigo. Il Dottor Giordano, autore di articoli pubblicati dal più noto quotidiano italiano e soprattutto uomo arguto e colto. Con orgoglio scrivo “i miei amici.” Lo scrivo anche se nella descrizione del mio personaggio Giulio non mi ha fatto sconti. Ma, si sa, la finzione letteraria non è la vita. E questo libro è una fiaba, scritta da un poeta decadente, maturato ascoltando musica dei Cure – per lui vera poesia contemporanea. Rubando le parole del Dottore, chiudo questa mia breve prefazione: se c’è una morale in questa fiaba moderna, è che ci sono molte persone sole. Ma, a volte, offrendosi agli altri con coraggio, la solitudine può essere sconfitta e si può godere pienamente la vita. E se a Milano non ci sono femmine (la parola usata da lui, naturalmente, era un’altra) per tutti, basta cercarle all’estero, sui siti per incontri. Ricordandoci che, come pensa Giulio, “se possiamo darci a una sola persona, dobbiamo darci a qualcuno che ci meriti.”
(Professor Mario Caccamo)