mercoledì 24 maggio 2017

L'uomo di seta (di Luigi Sonzini)

Se queste parole voi pubblicherete
ancor molte storie da me leggerete.
Noi or dell'artista dobbiamo parlare
e voi queste cose potrete ascoltare.
Sappiate che artista davvero lo è 
soltanto chi vive da solo con sé
perché quei consorzi che dell'arte fanno
con tutti i lor sforzi mai la capiranno.
Si inventano arti, si fanno musei
cui gridan vendetta persino gli Achei.
Parlare ho sentito stasera Bonito
e allora, ho capito
che le sue parole
battevan sol dove il dente duole.
Poi quel professore davvero sgarbato
che parla dell'arte in modo affettato
lui parla dell'arte davvero sovrana
e intanto alla tela ogni dì si sputtana.
In tutte le ere è stato così
partendo da Cristo che è morto qui
e ben lo sappiamo lui era un artista
e forse per questo lo misero in pista.
Quel grande profeta
col saio di seta
salì sopra il monte con grande passione
nel mentre la lira suonava Nerone.
Bruciava col capo coperto di spine
seguito soltanto da 4 beghine
poi qualcun altro gli stava di dietro
di nome Luca, Giovanni oppur Pietro.
Il povero Giuda l'aveva tradito
per trenta denari, ma si era pentito.
Allor mi domando a che è valso il supplizio
se poi nell'umano, è rimasto quel vizio!
Avrei anche potuto parlar di Andreotti
ma son vent'anni che c'è anche la Jotti.
Si fan le guerre, si squarcia il pianeta
bevendo quel sangue dell'uomo di seta
e più si va avanti nel nostro cammino
più perdiamo la meta che è il nostro destino.
(Luigi Sonzini)

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