mercoledì 9 aprile 2014
SONATA PER UN UOMO ONESTO
Te lo devo, nonno. Ero soltanto un bambino di dieci anni, quando sei morto. Non ho pianto, volevo dimostrare di essere grande. Ricordo i gemiti di mamma, chiusa nella sua stanza, sedata. Il tuo funerale, al monumentale di Milano. Ero il primo dietro al feretro, con un cardigan carta da zucchero e una rosa in mano. Il tuo primo nipote, col tuo stesso nome. Dietro di me i miei cugini, poi il lunghissimo corteo, chiuso dagli stendardi partigiani e del comune di Duno. Sindaco come tuo padre, per vent'anni. Per onorare il suo nome hai asfaltato a tue spese la strada provinciale costruita da lui - a sue spese - all'inizio del '900. Altri tempi. Ora la piazza principale porta il tuo nome e una via quello di tuo padre. Presidente dell'Ospedale di Cittiglio, dal 1960 al 1973, anno della tua morte. La tua morte, nonno a sessant'anni. La tua morte, un mistero, fino a ieri. Poi, leggendo con pazienza, per ore e ore, le tue carte... Tuo padre era un semplice capomastro. Ma era un uomo serio e intelligente: la sua impresa costruì alcuni dei più grandi alberghi fin de siècle. Alla sua morte segue quella di sua moglie, di crepacuore. Restano cinque figli, tu sei il più piccolo. Ti cresce tua sorella, nella casa di Milano, in Via Panizza: un giorno forse ci abiterà mia figlia, nonno, proprio dove tu sei stato bambino. Non hai padre, né madre, ma sei un duro: ingegnere a ventun anni, tra i più giovani del Regno d'Italia e fai perdere la testa alla figlia - bella e colta - di un Professore della Bocconi. Un duro, come te, che perderà la cattedra quando si rifiuterà di aderire al Partito Fascista: di questa pasta sono fatto - e ne sono fiero. La sposi e avrete cinque figli. Lei vivrà più di trentacinque anni nel tuo ricordo, venerandoti come un idolo laico, come l'unico amore della sua vita. Lascerai l'equivalente di quaranta milioni di Euro, alla tua morte: non pochi per un orfano. La tua morte, nonno, un mistero. Aprile 1973. Sei a Ostuni per incontrare un Ministro: a Milano è sindaco Aldo Aniasi - Psi - e non ti fanno più lavorare. Ma c'è di peggio: la corrente andreottiana della DC e persino il Vaticano sono schierati dalla parte di Sindona: Andreotti, in visita ufficiale negli Stati Uniti, ha definito Michele Sindona: "il salvatore della lira". Tu questo non riesci a tollerarlo e di certo - col tuo carattere - non ne fai mistero. Sei stressato da mesi, ti senti male dopo cena, ma nessuno chiama un'ambulanza. Hai già avuto un infarto, ti fanno camminare fino all'ospedale. La nonna non ha dubbi: "Lo hanno ucciso". Chi? Perché? Sei un uomo mite e benvoluto da tutti. Additato come un esempio di signore d'altri tempi, citato da Piero Chiara tra i grandi imprenditori con le ville sulla sponda lombarda del Lago Maggiore. Socio di Felice Rusconi fino all'avvio delle cementerie (tu hai già una fornace e l'Italceramica, non entri nell'affare e te ne pentirai), con lui hai costruito Piazza Diaz, la terrazza Martini (progetto dell'Arch. Luigi Mattioni, ispirato dal Rockefeller Center di New York!), Piazza San Babila e decine di altri importanti immobili milanesi. Hai un altro socio, per tutti gli anni '50 e '60, tuo cognato, l'Ing. Gianni Trotta. Poi Trotta diventa il finanziere di riferimento del Psi: tu sei democristiano ma per te la politica attiva è servizio, non finanza. Le vostre strade si dividono. Gianni Trotta conosce Michele Sindona e lo convince a trasferirsi in Via Turati 29 vicino al suo ufficio. Lo introduce nella Milano bene: Anna Bonomi Bolchini, Franco Marinotti (SNIA Viscosa) e molti altri. Lo porta in Banca Rasini. La tua vita s'intreccia - per via di quel tuo cognato di origini siciliane così intraprendente - con la Storia di questo strano e misterioso paese. La "Banca Rasini Sas di Rasini, Ressi & C." viene fondata all'inizio degli anni cinquanta dai milanesi Carlo Rasini, Gian Angelo Rasini, Enrico Ressi, Giovanni Locatelli, Angela Maria Rivolta e Giuseppe Azzaretto. Il capitale iniziale è di cento milioni di lire. Sin dalle sue origini la banca è un punto di incontro di capitali lombardi (principalmente quelli della nobile famiglia milanese dei Rasini, proprietaria del feudo di Buccinasco) e palermitani (quelli provenienti da Giuseppe Azzaretto, uomo di fiducia di Giulio Andreotti in Sicilia).
Nel 1970 Dario Azzaretto, figlio di Giuseppe, diviene socio della banca. Sempre nel 1970, il procuratore della banca Luigi Berlusconi (padre di Silvio Berlusconi) ratifica un'operazione destinata ad avere un peso nella storia della Rasini: la banca acquisisce una quota della Brittener Anstalt, una società legata alla Cisalpina Overseas Nassau Bank, nel cui consiglio d'amministrazione figurano nomi destinati a divenire famosi, come Roberto Calvi, Licio Gelli, Michele Sindona appunto e monsignor Paul Marcinkus: la loggia P2 opera senza ostacoli. Tu sei ricco e onesto, che non sempre è una contraddizione in termini. Prima avverti tuo cognato, ora nei Consigli di Amministrazione che contano, poi ci litighi. Lui di te se ne infischia, ormai viaggia tra l'Italia e gli Stati Uniti - non ancora in Concorde accompagnato dal suo medico personale - come negli ultimi anni. Poi il castello di carta costruito dal costruttore di barchette di carta crolla (Sindona ascoltava i collaboratori facendo flotte di barchette di carta). Nell'ultima intervista, resa pochi giorni prima di bere l'ultimo caffè nel carcere di Voghera, Michele Sindona appare particolarmente arrabbiato con l'Ing. Gianni Trotta. Perchè? Per ventun milioni di dollari dati al Psi tramite Roberto Calvi, già eliminato a Londra sotto il ponte dei Frati Neri. Dice di avere le prove e di essere pronto a mostrarle alla magistratura - a tempo debito. Attacca i socialisti ma difende Giulio Andreotti. Sindona è un uomo estremamente intelligente: sa che è in gioco la sua vita, manda un segnale chiaro: parlerò di tutto ma non degli affari sporchi della DC e del Vaticano - tramite lo IOR e il Banco Ambrosiano di Roberto Calvi. Il tempo non ci sarà,le sue rassicurazioni non saranno giudicate sufficienti: troppo grave è il coinvolgimento dello IOR. Morirà avvelenato da un caffè, un uomo guardato a vista da trenta guardie carcerarie... Queste sono le ultime frasi di Sindona, riferite dagli intervistatori in carcere: "Soprattutto ha il dente avvelenato con i socialisti. "Ora mi danno addosso - ha detto - ma Trotta a nome di un gruppo del Psi mi chiese di entrare con il venticinque per cento nell' operazione Finanmbro. Io rifiutai". Sindona ripete di aver dato soldi a tutti i partiti, escluso il Pci, nell'affare Trinacria: il tre per cento dell'operazione". Ma che prove dà di queste affermazioni? "Lui avverte che a tempo debito tirerà fuori tutte le prove. Anche quelle del finanziamento di ventun milioni di dollari che Calvi concesse al Psi. "Glielo avevo detto a Calvi di non fidarsi di Ortolani - dice Sindona - Ortolani è una brava persona e un bravo finanziere, ma ha il pallino dei giornali. Ha tirato dentro Calvi, e Calvi è finito ammazzato". Ha ripetuto più volte che Calvi è stato ammazzato. Di tutte queste faccende promette di tirar fuori le prove, a tempo debito e nelle sedi giuste". Nel 1973, nonno, queste cose le avevi capite. Eri molto intelligente. E qualcuno ti ha chiuso la bocca. Eri a Ostuni con un Ministro democristiano. Ha insistito per pagare il viaggio del tuo feretro fino a Milano ma ti ha fatto camminare fino all'ospedale ed è sbiancato in volto quando la nonna gli ha detto che avrebbe preteso un'autopsia. Nonno, ti hanno ucciso i tuoi compagni di partito. O forse il tuo cuore si è spaccato per il dolore. Il dolore di vedere a che punto si stava riducendo questo paese. Altri immobiliaristi avevano preso il tuo posto. Due nomi: Ligresti, Berlusconi - figlio di quel Luigi Berlusconi procuratore della Banca Rasini - dove hanno tenuto i loro conti Pippo Calò, Bernardo Provenzano e Totò Riina (Wikipedia, voce Banca Rasini) . Tuo cognato Gianni Trotta ha vissuto a Washington il resto della sua vita, da eccentrico miliardario ipocondriaco. Nel 1988, il mio primo incarico di giovane avvocato di ritorno dal Canada fu di riordinare le carte della Fasco AG, nello studio del Professore: la prima delle famose scatole cinesi di Michele Sindona, quasi uno scherzo del destino. Molti anni dopo, la mia carriera verrà spazzata via (e la mia vita rimodellata dall'ischemia cerebrale), per avere denunciato il pagamento di una tangente a un noto banchiere cattolico. Sono stato il liquidatore del patrimonio della famiglia: uno sfacelo durato quasi quarant'anni mi costringe a vivere in una casa in affitto. Ma in quella casa, ho una tua fotografia, nonno. E penso spesso a te e a queste nostre vite così diverse. E tu e la nonna mi mancate, anche se ho cinquantun anni. It' all gone, nonno, ma - a volte - mi piace ricordarmi da dove vengo.
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