martedì 11 febbraio 2014

Non è più tempo di eroi

Alfredo Tocchi è uno scrittore che inizia a farsi conoscere - con fatica - attraverso i Premi letterari e la presentazione della sua prima pubblicazione su Youtube, oltre 1.500 visualizzazioni. Quattro premi con tre opere diverse: due volte sul podio e due finalista. La sua biografia si trova on line: ampio risalto viene dato al risveglio dal coma. "Mi sono svegliato lettore", dice, ma in poco più di tre anni ha terminato la sua opera, annunciata già all'esordio. Confessioni di un pazzo di raro talento ne è la prima parte. Giulio di Tocco, alter ego dell'autore, non è un eroe. "Volevo creare un personaggio indimenticabile, come Bardamu di Céline, un nichilista post punk". Compito ambizioso, senza dubbio. Con queste premesse, si può meglio comprendere un'opera estrema, che non potrà raccogliere unanimi giudizi positivi perché volutamente provocatoria, esagerata, sfacciatamente ambiziosa. Tre io narranti, basti questo per descriverla. Confessioni si legge in poche ore: lo stile pulito, minimalista e il ritmo sono qualità evidenti dell'autore. Ma la vera sorpresa è che Tocchi riesce a rendere coinvolgente una storia border line, noi lettori proviamo emozioni sincere per le vicissitudini di quest'uomo che si mette a nudo, rendendoci partecipi delle sue azioni e dei suoi pensieri. Mai banale, triste a tratti ma vitale e reattivo, Giulio di Tocco a poco a poco spicca il volo nella nostra mente e lascia la sua impronta. Non è poco suscitare emozioni nei propri lettori, farli ridere e poi piangere a distanza di poche righe. E' l'indizio che Tocchi, forse, ha davvero talento. E' la prova che Tocchi ha compreso che un vero artista è colui che apre un privato canale di comunicazione con chi entri in contatto con la sua opera. Luigi Sonzini, Portovaltravaglia, 10 febbraio 2014

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