Questa mattina (18 novembre 2019) passeggiavo con Wigo al guinzaglio, nel giardino di Citylife. Si è avvicinata una signora - ero fermo, Wigo faceva pipì - e mi ha fissato. Ho pensato: "Che palle, la solita pazza che chiede soldi", però non aveva l'aria di una mendicante. Stavo per andarmene, quando lei mi ha detto: "Ho letto un suo libro".
Tra tutto quello che poteva dirmi, era davvero la frase più inaspettata! Le ho sorriso: "Davvero, quale?" "Undici al 17". Di quel libro (purtroppo per l'editore Zerounoundici) avrò venduto al massimo cento copie, la maggior parte alla presentazione. Ero incredulo: "Lo ha comprato?" "Sì, certo".
Guarda il cane: "Lui è Kant?" "Sì e no. E' il cane del libro, ma in realtà si chiama Wigo". Annuisce: "Mi è piaciuto molto, mi ha fatto ridere e piangere. Poi tutte quelle meravigliose citazioni...".
"Sì, me ne scuso, erano troppe e David Frati lo ha notato e mi ha un po' stroncato". "No no, mi hanno fatto scoprire i racconti di David Foster Wallace".
Mi stringe la mano: "Vado a lavorare, buona giornata".
Resto lì, inebetito. Consapevole di essere l'unico non scrittore che ha avuto una stalker e che è stato fermato per strada da una sua lettrice. Scrivo a mia figlia, che è a Losanna all'Università. Mi risponde: "Come ha fatto a riconoscerti?"
"C'è la mia fotografia sulla quarta di copertina". "Sì ma eri molto più giovane". Scetticismo, incredulità... Eppure è successo proprio così ed è stato strano e emozionante, come spesso sono le prime volte.